Spingere l'apparato simbolico sempre più verso ciò che gli sfugge, questo è essere lacaniano. È misurarsi con l'impossibile che il Reale per sua struttura impone. Spingersi in questa direzione, nel proprio rapporto con l'istituzione, con l'organizzazione nella quale come analisti si opera, può voler dire afferrare lembi di Reale, perché comprendere, capire, mostra tutta la sua fallacia logica.

Nell'Istituzione dove lavoro i soggetti di cui mi occupo parlano di "Boots on the ground" per dire che ciò che li riguarda è afferrabile a una condizione: l'esserci. Il saperci fare necessita di questo passaggio, pena l'idea di inganno o impostura, per chi si rivolge loro, dalla supposizione di sapere. Il reale come frammenti di discorso dicono del percorso nell'esserci, dicono della tensione verso l'esserci, per saperci fare con il Reale che riguardo ogni soldato. Tensione verso, più che la posizione acquisita, vissuta o ricoperta la quale ha a che fare, invece, con l'ego.

In questa direzione il Reale è sfuggente perché nel momento in cui ça parla è già passato, e ciò che di questo non sfugge è di un altro ordine, ordine simbolico.

Giorgio Fanelli
Partecipante SLP Roma
Ufficiale del Corpo Sanitario dell'Esercito Italiano