Intervista realizzata da Anaëlle Lebovits-Quenehen
Il film di Claude Lanzmann, L'ultimo degli ingiusti, è nato da una contingenza. Girato al momento della preparazione di Shoah, i rushes che ne fanno la materia principale sono da principio stati perduti dal cinema, stoccati al Museo dell'Olocausto a Washington. Ecco tuttavia che alcuni si sono serviti di quest'archivio per fare un film nel quale Claude Lanzmann e Benjamin Murmelstein apprarivano insieme. Invitato alla premiere di questo film a Vienna, Lanzmann è « preso dalla rabbia » : « se deve esserci un film con Murmelstein, sarò io che lo farò », dichiara. Così un progetto di film su Benjamin Murmelstein rinasceva dalle sue ceneri.
Ma perchè questo personaggio complesso che Claude Lanzmann adora, con il quale si è intrattenuto per una settimana a Roma all'alba di Shoah, non ha trovato il suo posto ? A quale impossibile l'ultimo presidente del consiglio ebraico del campo di Theresienstadt confrontava Claude Lanzmann ? Perchè questa alternativa si è imposta al regista : un film centrato su di lui o niente ? E perchè alla fine questo film piuttosto che niente ? Claude Lanzmann ci chiarisce sui curiosi destini di un pensiero che gli viene in uno di questi momenti di creazione : « non si sa tutto ».
Traduzione di Francesca Carmignani