Intervista realizzata da Ana Lydia Santiago
Luiz Garrocho, drammaturgo di teatro fisico e regista di performance artistiche di strada :
"Ciò che mi tocca, mi mobilizza, assomiglia a qualcosa che mi può sfuggire, ma anche a qualcosa prodotto da me. C'è questo in una performance: ci deve essere qualcosa che sfugge. Di questa cosa che mi tocca, non riesco a parlarne molto perché mi sfugge!"
"Al teatro, il mio sguardo non è ne inquadrato ne filtrato; è guidato da questo tema che ritorna, l'infanzia. Un leitmotiv. Penso che giocare, il gioco, il ludico dà la possibilità di una apertura su un altro mondo, non solo su un mondo, ma su vari mondi. Forse, noi tutti, staremmo pensando alla morte. Sono risposte poetiche nella materialità della vita. Sono potenti, non perché sono una sorte di fantasma per sopportare il reale, ma perché sono reali."
"In questo XXI secolo, rilevo la soppressione del sensibile e sono molto impressionato dall'assenza di persone. Inoltre, esiste quasi un stato universale di guerra. Penso che è il secolo della guerra totale.
Traduzione Brigitte Laffay