Intervista realizzata da Anaëlle Lebovits-Quenehen
Matthias Langhoff mette in scena il reale del proprio incubo. Eppure sa che del suo reale, nulla si può trasmettere agli altri. L'idea di mostrare il suo reale in scena è quindi, secondo lui, "una pura illusione", ma un'illusione senza la quale egli "non può fare niente". Al di là di questo reale, qui, è affrontato anche il reale della lingua. Il regista ha lasciato da tempo la Germania per recarsi in Francia, paese dal quale pensa e "guarda" in un'altra lingua diversa da quella che l'ha visto nascere al linguaggio. Se egli fa della lingua "il reale del pensiero", si domanda anche se siamo noi a seguire la lingua – come le apparenze lasciano credere – o se, non sia piuttosto la lingua "che fa dei commenti su quello che facciamo"….
Traduzione: Cinzia Crosali