Un réel pour le XXI sciècle
ASSOCIAZIONE MONDIALE DI PSICANALISI
IX Congresso dell'AMP • 14-18 aprile 2014 • Paris • Palais des Congrès • www.wapol.org

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TESTI DI ORIENTAMENTO
Desiderio dell'analista
di Pierre Naveau

Pierre NaveauNel primo capitolo del Seminario XI, Lacan pone la domanda: "Che cos'è il desiderio dell'analista? Quale deve essere il desiderio dell'analista perché egli operi?" [1] E, nell'ultimo capitolo di questo stesso Seminario, dirà – la cosa è conosciuta- che "il desiderio dell'analista non è un desiderio puro" e che " è un desiderio di ottenere la differenza assoluta"[2]. Lacan precisa inoltre che la differenza di cui si tratta è quella che "interviene" quando il soggetto, "confrontato al significante primordiale", "giunge per la prima volta, in posizione di assoggettarglisi"[3]. Una tale differenza, da quel momento, sarà "leggibile"[4] sotto la forma di un intervallo – che sia quello della divisione del soggetto o quello della sessualità. Così il desiderio dell'analista opera, nella misura in cui provoca l'intervento di questo intervallo, cioè la sua apertura. Allora, per così dire, l'intervallo interviene. Il desiderio dell'analista è qui considerato dal punto di vista del rapporto con il simbolico. Ora, fra il primo e l'ultimo insegnamento di Lacan, l'accento si sposta dal simbolico al reale. Durante la presentazione del tema del prossimo congresso dell'AMP, Jacques-Alain Miller, ha indicato che "per entrare nel XXI° secolo, la nostra clinica dovrà centrarsi sullo smontaggio della difesa, dovrà mettere in disordine la difesa contro il reale"[5]. In questa prospettiva, il desiderio dell'analista deve allora essere affrontato dal punto di vista del rapporto con il reale : "Il desiderio dell'analista, ha detto J.-A. Miller, è il desiderio di raggiungere il reale, di ridurre l'Altro al suo reale e di liberare del senso."[6] Già nel suo corso del 2 dicembre 1998, J.-A. Miller aveva attirato l'attenzione su questa espressione di Lacan "disturbare la difesa" . Si può trovare questa espressione nella lezione del l'11 gennaio 1977 del Seminario XXIV : "L'inconscio, è che, insomma, si parla (…) tutto-solo. Si parla tutto-solo, perché si dice sempre e solo la stessa cosa – tranne se ci si apre a dialogare con uno psicoanalista. Non c'è modo di fare altrimenti che ricevere da uno psicoanalista ciò che disturba la difesa"[7] . J.-A. Miller ci fa notare, nel suo corso del 2 dicembre 1998, che disturbare la difesa, non è la stessa cosa che interpretare la rimozione. Questo termine – disturbare – si trova nel passaggio de "La direzione della cura" dove Lacan evoca il caso dell'uomo del gioco delle tre carte. Breve richiamo. Il paziente, mostrandosi impotente, propone alla sua amante di far entrare un terzo uomo nella danza. E' a questo punto che lei fa un sogno. Riassumiamolo: Benché elle abbia un fallo, vuole, tuttavia, averne uno. L'effetto del racconto del sogno è immediato. Il paziente ritrova immediatamente i suoi mezzi. Commento di Lacan (in sostanza) : "La donna, qui, riinstaura con un'astuzia un gioco delle scappatoie che l'analisi ha disturbato"[8] . Fra parentesi, questa espressione "un gioco di scappatoie" che fa allusione alla difesa, è intrigante. In ogni caso, la morale della favola, dice Lacan è questa: "Non serve niente averlo, quando il desiderio è di esserlo"[9] . Non potremmo allora dire che, a proposito dell'uomo dei cervelli freschi, Lacan indica a Kris che, là dove lui interpreta la difesa, avrebbe dovuto, al contrario, disturbarla? Anche qui, riassumiamo. L'interpretazione di Kris è questa: Il paziente si difende dal fatto di rubare le idee degli altri accusandosi di volerle rubare. In effetti, non ruba. Si accusa quindi di voler rubare per impedirsi di rubare. E' ciò che si chiama, dice Lacan, "analizzare la difesa prima della pulsione, che qui, si manifesta nell'attrazione per le idee degli altri"[10] . A colui che, qualche anno prima, si era si era permesso di dirgli : "Non si fa"[11], Lacan ritorce allora: "Non ci siete". Lacan prendendo appoggio sull'acting out del paziente, dice bene cosa disturba la pulsione. Si rivolge direttamente a Kris : "Non è il fatto che il suo paziente non rubi, che qui, sia importante. E' il fatto che (non) rubi niente. Questo è ciò che sarebbe stato necessario fargli intendere"[12]. Questo niente indica, in effetti, quello di cui si tratta: "E' il fatto che potrebbe avere un'idea sua che non gli viene in mente"[13] . Il reale, certo, sorprende. Ma sta all'analista sorprendere il reale, là dove risuona, nello stesso tempo, l'incidenza del trauma. Non è questione dello psicoanalista sorpreso di cui parla Théodore Reik, ma dell'analista sorprendente e – il termie è di J.-A. Miller – dell'analista "sorpreneur". (sorprenditore?!)


Tradotto dal francese da Cinzia Crosali

  1. Lacan J., Le Séminaire, livre XI, Les quatre concepts fondamentaux de la psychanalyse, Seuil, Paris, 1973, p. 14.
  2. Ibid., p. 248.
  3. Ibid., p. 248.
  4. Ibid., p. 161.
  5. Miller J.-A., « Le réel au XXIe siècle. Présentation du thème du IXe congrès de l'AMP, La Cause du désir, n° 82, « Engouement pour la clinique », Navarin éditeur, 2012, p. 94.
  6. Ibid., p. 94.
  7. Lacan J., Le Séminaire, livre XXIV, L'insu-que-sait de l'Une-bévue s'aile à mourre, leçon du 11 janvier 1977, Ornicar ?, n° 14, p. 7.
  8. Lacan J., « La direction de la cure », Écrits, Seuil, Paris, 1966, p. 632.
  9. Ibid., p. 632.
  10. Ibid., p. 599
  11. Ibid., p. 600.
  12. Ibid., p. 600.
  13. Ibid., p. 600